lunedì 30 dicembre 2019

C’era una volta il Dukla Praga


Recentemente ho letto un articolo che parlava anche della Praga calcistica in cui, tra le altre, è stata citata una squadra gloriosa, che ora non esiste più: il Dukla Praga.
Mi piace ricordare questo team dai colori giallorossi che ha vinto tanto nel suo paese: 11 campionati e 8 coppe di Cecoslovacchia e a livello giovanile 6 tornei di Viareggio, a cui ha partecipato molte volte.
Negli anni sessanta e settanta era davvero forte, conquistando molti trofei e arrivando secondo nel torneo nazionale altre sette volte. Raggiunse inoltre la semifinale della Coppa dei Campioni 1966-1967 e di Coppa delle Coppe nel 1985-1986.
Nato nel 1948 nell’ambito dell'esercito nazionale, il suo nome deriva dal Passo di Dukla, dove si svolse un'importante battaglia tra l'Armata Rossa, composta anche da combattenti cecoslovacchi, e i tedeschi per la liberazione della Slovacchia.
I miei ricordi legati al Dukla Praga affondano le radici negli anni in cui ero bambino. Tifavo per il LR Vicenza di Paolo Rossi e GB Fabbri che in quegli anni (alla fine dei ’70) faceva faville in campionato. I veneti ebbero così accesso alla Coppa Uefa, dove nel primo turno incontrarono il Dukla Praga. Ricordo la radiocronaca della partita di andata nella capitale cecoslovacca, con Sandro Ciotti che con la sua tipica voce comunicò con dispiacere il gol dell’1-0 del Dukla. Paolo Rossi non riuscì ad incidere sulla partita, anche perché marcato ruvidamente da uno stopper di nome Macela. Al ritorno a Vicenza finì 1-1 e la squadra di casa non passò il turno.
Oggi il glorioso Dukla non esiste di fatto più. Un imprenditore locale, dopo aver acquistato la squadra del Pribram, fuse le due squadre che assunsero il nome di Dukla Pribram, che ora milita negli ultimi posti della massima divisione della Repubblica Ceca.
Per finire, visto che siamo in periodo natalizio, mi piace ripetere e canticchiare “All I want for Christmas is a Dukla Prague Away Kit” titolo di una canzone che la band britannica degli Half Man Half Biscuit ha dedicato a questa storica squadra.
Tanti auguri di buon anno e buone feste a tutti e forza Dukla!

lunedì 23 dicembre 2019

Roma si arrende al ruggito della Leonessa


La Virtus Roma cede nettamente nell’ultimo appuntamento casalingo del 2019. Nel posticipo della 14esima giornata di A1 infatti, davanti a quasi 4 mila spettatori, i giallorossi hanno perso per 53-83 il match pre-natalizio di fronte alla più esperta, solida e concentrata Germani Basket Brescia.
Un match che gli ospiti hanno condotto con autorevolezza sin dai primi minuti di gioco, per poi progressivamente dilagare. Roma, dal canto suo, non ha beneficiato questa volta dell’apporto dei suoi uomini migliori limitati i quali, come ha affermato a fine gara anche coach Bucchi, è risultata “spuntata” e poco in grado di penetrare nelle strette maglie dell'ottima difesa bresciana.
Ad inizio partita la squadra lombarda parte subito molto bene, favorita anche da una Virtus molto imprecisa e fallosa. Presto i bresciani accumulano un vantaggio importante (+10 già alla fine del primo quarto) grazie alle triple di Sacchetti e soprattutto di Silins che ne infila tre consecutive in poco tempo, dando un primo significativo scossone al match.
Un vantaggio che gli uomini di coach Esposito ampliano nel secondo quarto, con il crescente contributo di Abass (ottima la sua partita), Vitali e ancora Silins (28-47 il finale di primo tempo).
E’ ormai tardi per un recupero virtussino e nel terzo quarto il vantaggio dei bianco-blu si stabilizza sul +20, con la Virtus che non riesce a reagire e che vede emergere forse il solo Buford, con qualche buon canestro. Il terzo periodo si chiude così 40-63.
L’ultimo quarto dice poco o niente: Brescia ritocca il risultato in pieno controllo della gara, mentre sul fronte Virtus si registra un buon impatto sulla partita di Rullo, aspetto questo incoraggiante in prospettiva futura.
Il quadro statistico finale evidenzia in tabellino, visto l'andamento della partita, tanti uomini in doppia cifra nelle file dei bresciani (Silins, Lansdowne, Abass, Cain), mentre tra i virtussini il top scorer è risultato Alibegovic.



Evidentemente contento a fine gara il coach dei lombardi Esposito: "Ora abbiamo un'identità ben precisa e siamo una squadra vera, con tanti protagonisti in momenti diversi della gara sul fronte offensivo. Siamo anche la squadra che quando perde, lo fa col minor scarto e la nostra forza è riuscire a rimanere nelle prime otto. E’ un gruppo di cui vado orgoglioso".


Non dispera e invita alla calma al termine della gara Piero Bucchi: “Di sicuro la continuità non è la nostra caratteristica migliore, però bisogna anche sottolineare che abbiamo giocato contro una squadra di livello, migliorata dall'esperienza in Eurocup. Inoltre siamo giovani e inesperti e l’esperienza è anche la capacità di rimanere sempre sul pezzo in ogni partita. Perdere con questo scarto ovviamente non ci fa piacere, ma finora il bilancio è di 7 partite vinte e 7 perse, per il quale penso tutti avremmo firmato a inizio stagione. Bisogna capire chi siamo e prenderne atto” - conclude il coach.
Ora i romani sono attesi da due durissime trasferte, giovedì 26 dicembre a Venezia e domenica 29 a Reggio Emilia. Mentre quindi, con nostro immenso piacere, il basket non si ferma durante le feste, queste due gare faranno capire la direzione che prenderà il campionato della Virtus Roma, accesso alla Coppa Italia compreso.

PS: Nell'intervallo del match è stato ricordato Marco Solfrini, prematuramente scomparso nel 2018, che proprio con Roma e Brescia ha raggiunto i traguardi più significativi della sua carriera.

lunedì 18 novembre 2019

La Virtus batte Pesaro e si posiziona nei piani alti della classifica


Seconda vittoria consecutiva per la Virtus Roma che ieri al PalaEur l’ha spuntata sulla Carpegna Prosciutto Pesaro al termine di una gara non semplice e in sostanziale equilibrio fino alla fine.
La Virtus, davanti a quasi 3 mila spettatori, ha in più occasioni dato la sensazione di poter affondare da un momento all’altro la zampata decisiva, ma ciò non si è mai verificato se non nelle ultimissime battute della partita.
"Le partite non sono mai facili - ha sottolineato a fine partita il coach dei romani - abbiamo sofferto in alcune situazioni però alla fine volevamo vincerla e l’abbiamo fatto e questa è la cosa più importante".
Probabilmente con una squadra più al completo la pratica sarebbe stata risolta molto prima, ma l’indisponibilità di molti giocatori nelle file dei romani (out Rullo, Jefferson che aveva avuto l’influenza e Dyson con fastidi muscolari) ha complicato di molto le cose. D'altronde anche Pesaro ha come attenuante l’uscita quasi immediata di Chapman per infortunio, un giocatore che fino a questo punto del campionato viaggiava con quasi 16 punti di media a partita.
Il match comincia con una buona partenza della Virtus che grazie al contributo corale di Dyson, Buford, Kyzlink e l’ottimo Pini contrasta delle efficaci giocate dei pesaresi (pur non sempre precisi al tiro dalla distanza) chiudendo il primo quarto per 24-20.
Nel secondo parziale è soprattutto Alibegovic a tenere avanti i padroni di casa che arrivano fino al +7 ma gli ospiti, soprattutto con Barford, non mollano e rimangono attaccati alla partita concedendo agli avversari solo 4 punti di vantaggio a fine primo tempo (44-40).
Roma riesce a mantenersi in testa anche nel terzo periodo, nonostante il quarto fallo di Alibegovic prima e di Pini poi, che costringono Bucchi a tenere Jefferson in campo più del previsto. Dei punti pesanti di Dyson e il sempre prezioso Pini consentono quindi alla Virtus di arrivare agli ultimi 10’ sul 67-62. Con Pesaro che tuttavia aveva avuto nel finale il pallone del potenziale -2, dopo essere stata sotto in questo quarto anche di dieci punti.
Nell’ultimo periodo il solito Barford tiene sempre a galla Pesaro, trascinandola fino all’arrivo in volata dove la Virtus, al netto di alcune palle perse, finalmente dà la spallata definitiva ai marchigiani. La partita finisce quindi 92-83, con Jefferson, Dyson e Kyzlink a suggellare la vittoria finale.
Nelle file dei virtussini i marcatori più prolifici sono risultati Dyson e Kyzlink (non buona tuttavia la sua percentuale ai liberi) con 20 punti, seguiti da Budford con 15 e da Jefferson con 13. Ottima anche la prestazione di Pini con 10 punti, impreziosita da altrettanti rimbalzi. Un contributo collettivo importante, quindi, ma anche la presenza a turno di qualcuno che spicca di più degli altri e che, per dirla con Bucchi, "tira la carretta".


Tra i pesaresi sugli scudi Barford con 23 punti e Eboua e Thomas, entrambi con 15. Dal tabellino emerge anche la loro buona prestazione nei rimbalzi offensivi, fronte sul quale i biancorossi sono risultati più efficaci dei romani.
Con la vittoria di ieri la Virtus Roma si porta al terzo posto in classifica, appaiata ad altre tre squadre (Milano, Brescia e Fortitudo Bologna), mentre Pesaro resta fanalino di coda senza aver ancora assaporato la gioia di una vittoria.
Roma ora è attesa da un delicato match ancora in casa contro Treviso, su cui sono concentrate tutte le attenzioni di coach Bucchi, che saggiamente preferisce ragionare partita dopo partita. Con tutti i punti finora accumulati che servono a “fare legna” per il futuro.

lunedì 21 ottobre 2019

Convincente vittoria (la terza di fila) per la Virtus

Foto credit Virtus Roma www.virtusroma.it
La quinta giornata del campionato di basket di serie A1 ha messo di fronte ieri al PalaEur le due vincitrici dei gironi Est e Ovest della scorsa A2, la Virtus Roma e la Fortitudo Bologna.
Le due squadre si erano incontrate l’ultima volta nella doppia finale delle capolista della A2, con pareggio a Roma e vittoria Fortitudo nel ritorno di Bologna. Ma questa volta le cose sono andate ben diversamente. Di fronte ad un pubblico numeroso (oltre 4 mila gli spettatori, grazie anche al migliaio di adesioni al progetto "Virtus with us" con le società sportive del territorio) una grande Virtus Roma ha conquistato infatti la terza vittoria consecutiva in campionato, superando gli avversari bolognesi con un netto 79-65.
L’inerzia positiva derivante dalle scorse due vittorie con Cremona e Pistoia ha evidentemente dato morale alla squadra romana, che progressivamente sta anche mettendo a punto l’intesa tra i vari giocatori e l’amalgama di squadra. Inoltre i capitolini hanno mostrato una maiuscola prova difensiva, con una bella intensità messa in campo che fa ben sperare per il futuro. Poco incisiva, sottotono e molto fallosa è stata invece la prestazione della Pompea Fortitudo Bologna, con molti meno tiri dal campo rispetto agli avversari.
Il match è stato condotto dai virtussini sostanzialmente dal primo all’ultimo minuto, con il contributo determinante di almeno tre giocatori, Jefferson, Alibegovic e Dyson che a turno hanno dato "spallate" sempre più pesanti agli avversari bolognesi.
Nel primo quarto è Jefferson con ben 14 punti ad essere il grande protagonista e a portare la Virtus ampiamente in vantaggio (17-8 dopo 7’). Il buon giro di palla e gioco di squadra della Fortitudo ha tuttavia limitato i danni, con il primo periodo che si è chiuso a favore dei romani con un +5 (21-16).
Nel secondo quarto è soprattutto Dyson con ottime giocate a spingere indietro i felsinei (che si erano portati fino al +3), permettendo a Roma di andare al riposo sul 41-36, dopo un curioso canestro con “danza” prolungata della palla sul ferro.
Nel terzo periodo la partita è virata decisamente a favore della Virtus, con in cattedra questa volta un grande Alibegovic insieme a Dyson e Buford che hanno infilato un letale 9-0 ai bolognesi e portato il risultato su margini comodi. Da rilevare che in questo quarto la Fortitudo ha realizzato solo 2 punti in 5 minuti di gioco, a testimonianza dell’ottima difesa costruita dai romani. Il canestro di Kyzlink sulla sirena del terzo periodo (61-45) chiude virtualmente la partita, con gli ultimi dieci minuti che sono serviti soltanto a fissare il risultato sul 79-65 finale ed a distribuire i meritati e copiosi applausi ai protagonisti della serata.
Inevitabilmente contento coach Piero Bucchi al termine della gara: “Faccio i miei complimenti ai ragazzi per l’atteggiamento, lo spirito battagliero e l’intensità, soprattutto difensiva, profusa in campo per tutta la gara. Abbiamo fatto una bella partita con una vittoria chiara e netta, a cui tutti hanno contribuito in modo importante. Abbiamo anche dato continuità alla vittoria di Pistoia che avevamo lasciato a 67 punti, mentre oggi ne abbiamo concessi solo 65 a Bologna. Siamo sulla buona strada e la cosa importante è che la squadra cresca. Sono contento, anche dal punto di vista umano, che migliorino alcuni giocatori, tra cui Alibegovic. E’ stato bello – conclude il coach - giocare davanti a un pubblico così, che ha offerto un grande spettacolo. Ringrazio quindi anche i tifosi, perché alla squadra fa piacere giocare in un palazzetto caldo”.
Molto felice anche uno dei protagonisti assoluti della gara, Amar Alibegovic che pone l’accento sul concetto di “energia”: “Sto lavorando con un’energia diversa e sto dando il massimo per dare energia alla squadra. L’allenatore Bucchi è stato a volte duro con me in passato, ma ciò mi è servito molto. Ora ho più fiducia, ho meno paura, so dove non devo forzare e sono migliorato tanto tra la fine dello scorso anno e l’inizio di quest’anno”.
Ora la Virtus Roma, terza in classifica insieme ad un folto gruppo di squadre, resterà tra le mura amiche dell’Eur anche per il prossimo impegno di domenica prossima, quando alle ore 14:00 ospiterà la temuta A|X Armani Exchange Milano. Contro la quale sarà necessaria, per spuntarla, una prestazione almeno pari a quella vista ieri sera.

martedì 24 settembre 2019

46.697 spettatori "en San Mamés"


Il calcio a Bilbao è una religione. L’attaccamento della città alla propria squadra, l’Athletic Club, è notevole e si percepisce già molte ore prima dell'orario di inizio delle partite in casa.
Nelle vie del centro almeno la metà delle persone è vestita con le maglie biancorosse della squadra bilbaina e gioiosamente occupa con questa "divisa" i tanti e vivaci locali e bar della città, soprattutto all'ora dell'aperitivo quando pintxos e bevande alcoliche impazzano in deliziose piazze e piazzette.


E' probabilmente l'orgoglio basco e il forte attaccamento alla terra di Biscaglia che spinge una città intera a sostenere la squadra.


Quando sono stato a Bilbao ho assistito ad un bel match in casa dell'Athletic, in occasione del recente derby basco contro la Real Sociedad di San Sebastian, vinto dai padroni di casa per 2-0.

La prima pagina di "Marca" il giorno dopo la partita
Ed ho voluto respirare lentamente l'atmosfera pre-partita, recandomi dal centro a piedi fino allo stadio, una bella passeggiata di circa 2 km.


Dalla splendida area intorno al museo Guggheneim fiumi di gente con addosso magliette del Bilbao più o meno recenti si incamminavano pian piano verso lo stadio. Man mano che ci si avvicinava a quest’ultimo, le strade e i viali erano sempre più piene e dense di tifosi, anche in corrispondenza di taverne e locali dove bere una buona birra o mangiare qualcosa prima della partita (c'era tempo, visto che iniziava alle 22). Le stradine strette erano addirittura gremite, in una sorta di fiume fluttuante di folla biancorossa che ogni tanto inneggiava alla squadra o ai suoi principali beniamini.


E poi cominciava a spuntare appunto lui, imponente e illuminatissimo, il San Mamés. Uno stadio che ha una lunga storia, collocato in un luogo dove un tempo sorgeva la chiesa omonima (Mamés era un cristiano che i romani diedero in pasto ai leoni, che però non vollero mangiarlo; e non a caso i giocatori del Bilbao vengono chiamati i “leones”).


Lo stadio, che un tempo veniva chiamato la Catedral, è stato completamente rinnovato sei anni fa ed ora è veramente bellissimo. Un gioiellino moderno, illuminato di sera con colori cangianti e con un grande schermo incastonato nella sua parte esterna.
All’interno, invece, figura un bel bar-ristorante (frequentabile anche nei giorni infrasettimanali) che si affaccia, tramite un'ampia vetrata, sugli spalti e sul campo di gioco.


Nello stadio sono presenti inoltre anche un museo che racconta la storia della squadra (sono possibili anche visite guidate) e un negozio con merchandising ufficiale dello stesso team. Una squadra che per inciso è di per sè molto particolare, con una filosofia tutta sua: i suoi giocatori devono essere baschi o originari della regione o perlomeno devono avere una formazione calcistica nelle giovanili di una squadra basca. Sarà anche per questo che i suoi tifosi sono così attaccati ai suoi colori?
Vedere una partita dell’Athletic al San Mamés per un qualsiasi tifoso di calcio è un’esperienza da non perdere.


Lo stadio al suo interno è stupendo, con gli spalti attaccati al campo, un pubblico festante, rumoroso e numeroso (46.697 erano gli spettatori “en San Mamés”, come recitava il tabellone luminoso quando ci sono andato) che tifa, canta e intona cori praticamente per tutta la partita.


Il clima è quindi molto “caldo” e per ogni squadra avversaria è difficile spuntarla in questo catino infernale.Ad inizio di questo campionato, ad esempio, anche il Barcellona è caduto al San Mamés e l’unica squadra italiana che vi ha vinto alcuni anni fa è stata il Torino (anche la grande Juventus, nell’anno in cui vinse la coppa Uefa nel 1977-78, perse al San Mamés per 2-1).
Un video emblematico ed approfondito del clima del San Mamés può essere quello che potete vedere a questo link che spiega meglio di tante parole quello che è l’approccio alla partita dei tifosi e la loro infinita passione per la loro squadra.
E’ bello anche essere accolti all’interno dello stadio da hostess e steward con indosso un tipico cappello basco e mangiare al bar interno dello stadio, dove può capitare di assaggiare tipicità locali. Ad esempio, si può consumare, tra gli altri, un panino farcito con l’ottimo formaggio locale Dop Idiazabal.


Dopo la partita la vicina metro, fermata San Mamés appunto, si riempie come un uovo degli stessi fiumi di tifosi di cui sopra.


Ma non c’è fretta di tornare presto a casa, anche se è già ampiamente passata la mezzanotte. Alla mia domanda al punto informazioni sull’ora di chiusura della metro il giorno della partita la risposta è stata molto semplice: “Non c’è problema, la metropolitana resterà aperta tutta la notte”.


La fiesta cominciava allora…

Ps al momento l'Athletic Bilbao è al primo posto nel campionato spagnolo insieme al Real Madrid!

mercoledì 4 settembre 2019

Sbirciando nel Rispoli


Quest’anno durante le mie vacanze ischitane sono tornato nella via dell’antico stadio dell’Ischia calcio, il Rispoli.
Da tempo questa squadra non gioca più qui (vi si allena solo), ma è sempre bello tornare a vedere, sia pur da fuori e sbirciando tra le sue cancellate chiuse, questo “glorioso” stadio, che per anni è stato il fortino di questo team.
Un campo dalla capienza di circa 2.000 persone che un tempo era in terra battuta (ora è in erba sintetica) e che è stato teatro di tante belle vittorie dell’Ischia, che arrivò anche fino alla C1.


I miei ricordi legati a questo stadio risalgono a tanti anni fa quando durante le mie vacanze estive, da ragazzo, mi divertivo a vedere le partite amichevoli dell’Ischia o i match della squadra ad inizio stagione.
In uno di questi, in un pomeriggio di fine estate, poco prima della fine della partita il cielo si scurì improvvisamente e successivamente sull’isola si abbatté un acquazzone epico (qualcuno oggi parlerebbe di “bomba d’acqua” ;).
Non tornai a casa presto, non avendo l’ombrello, e mi rintanai sotto la tribuna coperta centrale per parecchio tempo. Mio cugino invece arrivò molto prima di me nella casa in affitto della sua famiglia, ma con le gambe colorate della stessa tinta dei pantaloni… ;)

venerdì 5 luglio 2019

Tour de France, un’importante vetrina per il territorio transalpino

Foto tratta dal sito it.france.fr
Domani comincia il Tour de France 2019, un evento che seguo sempre con molta passione essendo un grande fan del ciclismo e delle sue principali gare a livello internazionale.
In più il Tour si svolge nella mia amata Francia e quindi seguendolo ho modo di scoprire sempre posti nuovi dove potermi recare. O per andarlo a vedere dal vivo o per visitare da turista luoghi inediti del territorio d’oltralpe (dei miei viaggi legati al Tour ho parlato spesso sul mio blog, qui trovate alcuni resoconti).
In effetti il Tour, giunto quest’anno alla 106esima edizione, è un importante veicolo di promozione del territorio francese, poiché è seguito sia di persona sia in tv da tifosi e appassionati provenienti da tutto il mondo (il Tour è diffuso in 190 paesi, con un bacino di audience in Italia di un milione di telespettatori ogni anno durante le dirette).
Non è un caso che Atout France si sia unita agli organizzatori del Tour de France (Amaury Sport Organisation, A.S.O.) per dare notorietà a livello internazionale alle destinazioni francesi attraversate dal Tour.
Dal 6 al 28 luglio prossimi, l’edizione di quest’anno del Tour de France porterà corridori e sostenitori su un percorso di 3.460 km attraverso i più bei paesaggi francesi. Ventuno giorni di gare che valorizzeranno agli occhi di un cospicuo numero di telespettatori lo spirito sportivo e la maestosità delle sette regioni francesi attraversate.
L’evento costituisce naturalmente un momento chiave nella promozione delle destinazioni francesi su cui Atout France desidera puntare, prevedendo in collaborazione con A.S.O., un piano di comunicazione a livello internazionale. Un partenariato che punta a ottimizzare le ricadute economiche dell’evento, incoraggiando i lunghi soggiorni, combinando incontri ciclistici e scoperte del territorio.
Il Tour sarà così protagonista su France.fr con una campagna promozionale disponibile in sei lingue. Ventuno pagine, rinnovate seguendo le tappe, presenteranno un sito turistico specifico per la tappa del giorno e una selezione di attività inedite nei dintorni. Proposta per tematiche – “A tavola”, “Cultura”, “Attività”, “Esperienza”, “Bici vintage” -, questa selezione offrirà agli internauti la possibilità di immergersi nelle destinazioni attraversate, con la possibilità di scoprire anche la storia, la tradizione e la cultura dei luoghi toccati nelle tappe.
Qualche esempio di tali attività? Cantine d’eccellenza e volo in mongolfiera in Champagne; visita del castello che ha ispirato alcuni scenari del Signore degli Anelli e iniziazione all’apicoltura in Alsazia e Lorena; splendide randonnées nel Massiccio dei Vosgi; architettura, premiers crus e il festival di musica Les Eurockéennes in Borgogna Franca-Contea; esperienze museali e gastronomiche innovative a Lione e nei dintorni; castelli catari, il cammino di Santiago di Compostela, attività nella natura in Occitania; estate 100% sport nelle Alpi; itinerari gastronomici, artistici e architettonici, a Parigi e naturalmente in bicicletta.
A questi fini, seguite questo link a partire dal 6 luglio.
A completamento di questo dispositivo digitale, un banner pop-up tv permetterà di diffondere a livello internazionale, durante le dirette del Tour, spot di un minuto e mezzo che valorizzano gli imperdibili siti turistici di alcune tappe (la Place Stanislas a Nancy, gli Hospices di Beaune e la loro proprietà viticola, il Museo della Romanité a Nîmes, ecc.), ogni volta con un invito a scoprire ulteriori esperienze su France.fr.
Il Tour de France partirà da Bruxelles per poi entrare in Francia dalla Champagne alle Alpi, passando per Alsazia e Borgogna e l’Occitania fino al tradizionale arrivo a Parigi. Chi vincerà porterà quindi nella “Ville Lumière” la maglia gialla che nel 2019 compie cento anni.
Buon Tour e buona Francia a tutti!

Contatto Stampa - Atout France: Barbara Lovato - Responsabile Ufficio Stampa e PR

giovedì 6 giugno 2019

Un Rembrandtbal per l’Eredivisie


Seguo con interesse le vicende del massimo campionato di calcio olandese (Eredivisie) ed anche quelle legate, nello stesso torneo, allo strumento più importante in questo sport, il pallone.
A quest’ultimo proposito avevo già qualche tempo fa parlato di un pallone ufficiale di questo campionato, disegnato da un tatuatore di fama internazionale.
Ebbene, ora siamo giunti alla puntata numero 2, con la sfera della Eredivisie che sarà dedicata la prossima stagione a Rembrandt, a 350 anni dalla sua scomparsa. Sul “Rembrandtbal”, in particolare, saranno disegnati il volto dell’artista ed alcune sue opere.
Il pallone è stato presentato un paio di mesi fa alla stampa da Willem Van Hanegem, grande campione olandese anni ’70 ed è stato già inaugurato alla fine di aprile scorso nelle ultime partite di campionato olandese di questa stagione.

lunedì 29 aprile 2019

Con la A1 in tasca, la Virtus raccoglie un giusto pareggio con la Fortitudo

Foto credit Virtus Roma www.virtusroma.it
Nel basket il segno X è a dir poco inconsueto, ma è proprio con un risultato di parità che si è concluso ieri il match tra la Virtus Roma e la Fortitudo Bologna, fresche di approdo nella massima serie nazionale.
Si trattava della partita d’andata della finale che vale il titolo di “Campione d’Italia di Serie A2 FIP” e che ha visto affrontarsi al Palazzo dello Sport di Roma le prime in classifica dei gironi Ovest ed Est di serie A2.
E’ stato un match in cui entrambe le squadre hanno fatto fatica a mantenere alta e costante la concentrazione, con dei fisiologici “up and down” dovuti all’appagamento per gli ottimi risultati sportivi già acquisiti.
Non sorprende quindi che l’inizio di gara sia risultato lento per entrambe le squadre e dopo un primo allungo della Fortitudo il primo quarto si chiude con la Virtus avanti di quattro punti (17-13).
Nella seconda frazione di gioco il match si mantiene in un sostanziale equilibrio, anche se, grazie ai punti pesanti di Sims, la Virtus riesce a chiudere in vantaggio anche il primo tempo (43-38).
Al rientro dall’intervallo le due squadre continuano il testa a testa, con i capitolini che prevalgono ancora di poco (59-56) a fine periodo.
Nell’ultimo quarto la Fortitudo riesce a portarsi in vantaggio, ma Moore, Sims ed Alibegovic portano la Virtus a giocarsi un finale punto a punto. Bologna sbaglia il tiro della vittoria a pochi secondi dal termine ed il match finisce quindi 77-77, tra l’euforia del folto pubblico di casa che ha potuto festeggiare la vittoria del girone insieme ai propri beniamini.
Ora la partita di ritorno, che decreterà la vincitrice dello "scudetto della serie A2", si giocherà a Bologna il primo maggio.
Il dopo gara con gli allenatori delle due squadre è servito più a fare un bilancio delle rispettive stagioni appena concluse ed a parlare del futuro di questi team che non ad analizzare tecnicamente il match del giorno.
Significative in questo senso le parole di coach Bucchi: “E’ stato emozionante tornare sul nostro campo con la promozione in tasca. Rinnovo il ringraziamento ai tifosi, che anche oggi hanno dato il proprio contributo incitando la squadra, allo staff, ai giocatori e a tutti coloro che hanno collaborato in questa stagione intensa, in cui ognuno ha saputo dare il proprio contributo. La promozione che abbiamo ottenuto non era per nulla scontata e sono contento di aver raggiunto due importanti obiettivi (salvezza lo scorso anno e approdo in A1 quest’anno, ndr) in 13 mesi. Ed è un bene che tornino nel massimo campionato le grandi piazze. I plus della nostra stagione – ha continuato il coach – sono stati la grande forza di volontà e il non voler mollare mai. Sono sempre stato tranquillo con la coscienza perché in allenamento abbiamo costantemente lavorato bene e al massimo delle possibilità.
Sul futuro sono ottimista – ha concluso Bucchi – ma bisogna sedersi con calma ad un tavolo con la proprietà, valutando anche il budget che avremo a disposizione. In ogni caso ci vuole tempo per programmare e ricostruire pian piano la solidità di squadra”.
Intanto nei play off di A2 che decreteranno la terza squadra che approderà in A1 (dopo Virtus Roma e Fortitudo Bologna) i risultati di gara 1 in tutte le partite hanno visto vincere le squadre di casa. Unico colpo “corsaro” è stato quello di Roseto sul campo di Treviglio. Ma sarà battaglia in tutti i confronti o quasi. Una battaglia tutta da godere...

giovedì 11 aprile 2019

Si d'accordo ma poi…

Nella Premier League la mia squadra preferita è senza dubbio, da tempo, l'Arsenal. Per una serie di motivi:

- giocava in uno stadio "infuocato", Highbury (dove sono anche stato), che racchiudeva tutto lo spirito, bellissimo, del calcio inglese: agonismo, grande fisicità, intensità, oltre a un tifo caldissimo e spettatori a pochi centimetri dal campo;
- in questa squadra hanno giocato calciatori gloriosi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della squadra (e non solo) come Adams, Brady, Henry;
- su questa squadra è stato scritto un libro bellissimo, "Febbre a 90' " di Nick Hornby, che è un inno all'amore per un team calcistico e alla bellezza del calcio;
- il tipo di casacca, bianca e rossa, meglio se nella versione vintage, che mi ha sempre attratto;
- mi affascina anche il fatto che i suoi giocatori vengano chiamati gunners, i cannonieri, e che nello stemma della squadra vi sia, appunto, un cannone.

Tutto questo è vero e lo confermo.

SI D'ACCORDO, MA POI…
(come diceva Califano in una sua famosa canzone)

...oggi questo glorioso team inglese si gioca la qualificazione con la mia squadra del cuore, il Napoli, in una partita importantissima di Europa League, unico obiettivo della stagione rimasto in ballo per i partenopei. E allora, mio malgrado, non posso tifare Arsenal.
#ForzaNapolisempre, allora. Anche se sarà un turno di qualificazione durissimo, ne sono certo!

martedì 19 marzo 2019

Altro che playstation…


Sono stato di recente ad una fiera del giocattolo vintage. Tra tante macchinine ben conservate, figurine incellofanate e ciclisti in piombo, non poteva mancare la magnifica offerta legata al mitico Subbuteo.


Vari stand offrivano, anche qui in ottimo stato, squadre di calcio da tavolo delle più diverse edizioni, con tanti bellissimi accessori per cui da piccolo (e anche tuttora) andavo pazzo.


Oltre al panno verde (che un tempo ponevo su ogni tipo di ripiano possibile per giocare a Subbuteo) vi erano porte, spalti, tabelloni segna-punteggio, panchine, arbitri, piccoli palloni da gioco ed anche, me ne ero quasi dimenticato, le coppe dei vincitori.


Da attribuire magari alle squadre trionfatrici degli innumerevoli tornei che a casa si organizzavano con amici più piccoli e meno piccoli.
Mi sono innamorato ad esempio di una stupenda riproduzione della FA Cup inglese, col suo scatolino vintage e con tanto di coperchio mobile posto nella parte superiore della coppa.
Un tuffo nel passato che è sempre piacevole fare e che induce a riflettere sul fatto che i giochi elettronici moderni, nonostante la tecnologia sempre più performante, non riescono a competere col fascino di un calcio molto più "tangibile", colorato e fantasioso. Con cui ci divertivamo un mondo…

domenica 10 marzo 2019

La Virtus vince e mantiene il primato in classifica

Foto Virtus Roma (www.virtusroma.it)
Dopo tre partite consecutive di campionato vinte (una) e perse (le ultime due) di un solo punto, la Virtus Roma torna a dominare con un ampio margine, consolidando la sua prima posizione nel girone Ovest di serie A2.
Una vittoria importante (79-66 il finale) ottenuta in casa contro la Bertram di Tortona al termine di un match certamente non bello, che i romani hanno, pur con parecchie sbavature, sostanzialmente controllato per tutta la partita.
Del resto, come aveva osservato prima della gara coach Bucchi, la Virtus giungeva a questo match anche dopo una Coppa Italia che aveva portato sensazioni positive e tante informazioni preziose per il prosieguo della stagione. E probabilmente tutto ciò è tornato utile per la vittoria di ieri, in una partita che doveva assolutamente essere vinta e in cui Roma è stata più continua e brava a dare la spallata giusta al momento giusto.
Il match inizia a ritmo lento e con un sostanziale equilibrio, ma appena i romani mettono il piede sull’acceleratore si registra subito il primo strappo: dopo un parziale di 7-0, ottenuto grazie a Moore e Landi, la prima frazione di gioco si chiude sul 15-10.
Nel secondo quarto Tortona ricuce lo svantaggio, trascinata da Bertone, toccando anche il +1 e il match torna in equilibrio. La Virtus però non demorde e con il contributo di Sims e soprattutto di Moore, in grande spolvero, chiude il primo tempo con un vantaggio di +8 (40-32).
La terza frazione di gioco vede la Virtus aumentare progressivamente il suo margine, toccando il massimo vantaggio (+14, 46-32), grazie anche a molte imprecisioni e palle perse degli ospiti. I piemontesi verso fine quarto cercano in qualche modo di rientrare in partita, ma una tripla di Landi allo scadere del tempo fissa il punteggio sul 55-46 e respinge ogni velleità di recupero.
Nell’ultimo quarto il match galleggia su un andamento simile ai precedenti periodi, ma con una Virtus sempre più in controllo e un Moore davvero ispirato. La partita si chiude quindi con un perentorio 79-66 per i padroni di casa.
A consuntivo tra i romani si evidenziano le consuete buone prestazioni dei due americani con 18 (Moore) e 17 punti (Sims). Buona anche la prestazione di Saccaggi (15 punti) e Landi (10 punti), che ha segnato canestri “pesanti” e "mostrato i muscoli" nei momenti clou del match.
Nelle file dei piemontesi spiccano invece i 16 punti di Bertone, i 13 di Viglianisi e gli 11 di Spizzichini.
Roma è stata più continua – si rammarica a fine partita il coach piemontese Ramondino – mentre la mia squadra ha giocato solo a folate. Roma del resto possiede dei punti riferimento chiari ed è “disciplinata” nel ricercarli. Non siamo poi stati capaci di giocare contro una difesa aggressiva. Ora dobbiamo trovare la continuità e l'incisività per rendere migliore il finale di stagione”.
Contento invece coach Piero Bucchi al termine del match: “Abbiamo giocato nel complesso una buona gara, con tante cose positive. Siamo stati bravi, nonostante qualche momento di distrazione, a ottenere il risultato che speravamo. Da domani penseremo a migliorare nelle piccole cose che oggi ci avrebbero permesso di chiudere prima la partita. Domenica prossima contro Rieti sarà una partita intensa, ma i ragazzi rimarranno concentrati perché sono consapevoli dell’importanza del match”.
Ieri Rieti ha perso in Sicilia contro Capo d’Orlando, ma è terza in classifica. Domenica nell’anticipo delle 12 sarà quindi un match d’alta quota e ne vedremo davvero delle belle...

sabato 2 febbraio 2019

Una giornata al Tre Fontane


Non ero mai stato a vedere dal vivo una partita di calcio femminile, pur seguendo da qualche tempo più assiduamente questo sport molto interessante.
La mia “prima volta” è stata allo stadio delle Tre Fontane a Roma, molto vicino casa mia, tra l’altro.
La partita, tenutasi sabato scorso, era un match di campionato di serie A che vedeva opposte la Roma e l’Hellas Verona, piazzata in classifica qualche gradino indietro rispetto alle “lupe” capitoline.


Devo dire che questo match mi ha colpito positivamente per tanti motivi. Innanzitutto, nel caso specifico, per l’andamento della gara, che ha visto le romane rimontare il risultato dallo 0-1 fino al 2-1 finale, cosa che di per sé è (o almeno dovrebbe essere) fonte di emozioni e spettacolo.


Ma gli aspetti che mi sono piaciuti di più, in generale, sono stati anche e soprattutto:

- il folto pubblico (forse anche per un motivo economico? l’ingresso è gratuito), molto competente e preparato
l’ambiente rilassato sugli spalti, con la presenza di tante famiglie e bambini
- la buona tecnica, salvo rare eccezioni, mostrata in campo dalle ragazze, a volte davvero con giocate di elevata fattura
la grinta e il cuore che le giocatrici mettono in campo
la dimensione ancora “familiare” di questo sport


Tornerò di sicuro a seguire la bella squadra che è la Roma, perché ha un gioco davvero piacevole ed arioso. Tra l'altro, se non ho visto male, la squadra romana presenta anche una panchina lunga, con ottime soluzioni alternative capaci di cambiare repentinamente la partita.


Non posso che concludere pertanto con un grazie Roma, per le belle emozioni che ci dà anche al femminile. D'altronde le note della relativa canzone di Venditti risuonano anche al Tre Fontane alla fine delle partite...


PS: e domani la Roma femminile se la vedrà fuori casa con la Juve capolista, nel big match della quarta giornata di ritorno.