sabato 18 giugno 2022

Intervista alla maglia nera dello scorso Giro d’Italia


Si è concluso da non molto il Giro d’Italia e siamo tutti in attesa della grande corsa a tappe dell’estate, il Tour de France.
Il vincitore della maglia rosa quest’anno, come noto, è stato l’australiano Hindley, ma in questo post vorrei invece parlarvi della “maglia nera” del Giro d’Italia, ovvero l’ultimo classificato di questa corsa a tappe.
Un tempo l’ultimo in graduatoria del Giro era addirittura premiato e si veniva inevitabilmente a creare una competizione all’inverso per poter perdere più tempo e aggiudicarsi quindi il trofeo dell’ultimo classificato.
Un esempio in questo senso è stato il mitico Malabrocca (a cui è stato dedicato persino un fumetto) divenuto per questo motivo famoso al pari di ciclisti leader come Coppi e Bartali negli anni 40-50.
Oggi non esiste un premio per l’ultimo classificato al Giro d’Italia e l’esito dell’ultima edizione ci dice solo che tale non prestigiosa posizione in graduatoria sia spettata nel 2022 a Roger Kluge, ciclista tedesco della Lotto Soudal.
Un ciclista di 36 anni, gregario con un passato da pistard, che nel 2016 ha vinto anche una tappa al Giro.
Ho voluto intervistarlo per scambiare due chiacchiere sulla sua “maglia nera” 2022 e la sua visione ed esperienza personale in merito al Giro.
 
1. Roger, cosa si prova ad essere ultimo in una corsa a tappe?
 
Arrivare a concludere il Giro d’Italia o un grande giro è comunque una cosa di cui essere orgogliosi. Che poi si arrivi ultimi, penultimi o terzultimi non importa. E’ una buona cosa averlo finito e quindi sono decisamente soddisfatto, anche perché è stato uno dei più duri di quelli che ho disputato.
 
2. Lo sa che tanto tempo fa l’ultimo classificato del Giro si aggiudicava la cosiddetta “maglia nera” e i corridori perdevano di proposito perché questo piazzamento conferiva un premio? Come commenta la cosa?
 
Si, so che molto tempo fa avveniva questo. Ma ciò non rappresenta una sfida ed ha poco di sportivo. L’obiettivo invece deve essere di portare a termine la corsa. Per quanto mi riguarda, cerco di dare il massimo quotidianamente con il mio lavoro. E cerco di “sopravvivere” ai grandi giri anche perdendo parecchio tempo dai migliori, ma cercando comunque di arrivare.
 
3. Come è stato questo Giro d’Italia visto dalla “coda” del gruppo? Che esperienza è stata per lei?
 
E’ stato un bel Giro, un giro con un percorso duro, ribadisco che sono felice di averlo finito e sono contento anche di quanto ha fatto tutta la squadra.
Ogni grande giro è sempre una bella esperienza, e sono orgoglioso che questa sia stata per me la terzo corsa rosa portata a conclusione.
 
Ora Roger Kluge non sarà sicuramente popolare rispetto a quanto lo fu Malabrocca, ma ogni tanto un esempio di impegno come il suo (e come quello di tanti altri gregari) deve essere valorizzato. E per un giorno le luci della ribalta vorrei che siano accese su di lui. Anche se soltanto tramite un articolo come questo, proveniente da un tutt’altro che grande sito sportivo…

mercoledì 15 giugno 2022

Da un Mourinho all’altro con la street art di Harry Greb



Un anno fa circa avevo pubblicato un post che parlava di street art legata all’allora futuro allenatore della Roma José Mourinho. Concludevo che quest’ultimo sicuramente sarebbe stato un nuovo idolo nella Roma calcistica, affermando che almeno le premesse sembravano ottime.
Ora è trascorso più di un anno e si è passati da una street art ad un’altra, l’ultima prodotta in seguito alla vittoria della Roma della Conference League. Lo street artist è sempre Harry Greb, presente su Istagram col suo account @harrygrebdesign.
Quindi dopo un Mourinho in vespa (che non poteva essere che una special…one) di un anno fa ecco che lo stesso artista ha “incoronato” l’allenatore della Roma dopo la vittoria europea, “dipingendolo” in stile antico romano con la coppa in mano e alzata al cielo.
Potrete ammirare quest’ultima opera all’uscita della metro B Circo Massimo, teatro consueto di festeggiamenti in caso di vittorie romaniste, lato FAO.


Avevo quindi ragione, a mio avviso, a dire che le premesse erano ottime. Mourinho infatti nel suo primo anno a Roma, pur con tante difficoltà, ha portato a casa comunque un trofeo europeo. E chi afferma che si tratta di una coppetta minore lo dice perché non l’ha vinta.
E vedrete cosa lo special one sarà capace di fare ancora in futuro, col supporto di una squadra più rafforzata. Grande Mou, ma anche grande Harry Greb!