Il
vincitore della maglia rosa quest’anno, come noto, è stato l’australiano
Hindley, ma in questo post vorrei invece parlarvi della “maglia nera” del Giro
d’Italia, ovvero l’ultimo classificato di questa corsa a tappe.
Un tempo l’ultimo in graduatoria del Giro era addirittura premiato e si veniva inevitabilmente a creare una competizione all’inverso per poter perdere più tempo e aggiudicarsi quindi il trofeo dell’ultimo classificato.
Un esempio in questo senso è stato il mitico Malabrocca (a cui è stato dedicato persino un fumetto) divenuto per questo motivo famoso al pari di ciclisti leader come Coppi e Bartali negli anni 40-50.
Oggi non esiste un premio per l’ultimo classificato al Giro d’Italia e l’esito dell’ultima edizione ci dice solo che tale non prestigiosa posizione in graduatoria sia spettata nel 2022 a Roger Kluge, ciclista tedesco della Lotto Soudal.
Un ciclista di 36 anni, gregario con un passato da pistard, che nel 2016 ha vinto anche una tappa al Giro.
Ho voluto intervistarlo per scambiare due chiacchiere sulla sua “maglia nera” 2022 e la sua visione ed esperienza personale in merito al Giro.
1.
Roger, cosa si prova ad essere ultimo in una corsa a
tappe?
Arrivare a concludere il Giro
d’Italia o un grande giro è comunque una cosa di cui essere orgogliosi. Che poi
si arrivi ultimi, penultimi o terzultimi non importa. E’ una buona cosa averlo
finito e quindi sono decisamente soddisfatto, anche perché è stato uno dei più
duri di quelli che ho disputato.
2.
Lo sa che tanto tempo fa l’ultimo classificato del
Giro si aggiudicava la cosiddetta “maglia nera” e i corridori perdevano di
proposito perché questo piazzamento conferiva un premio? Come commenta la cosa?
Si, so che molto tempo fa avveniva questo.
Ma ciò non rappresenta una sfida ed ha poco di sportivo. L’obiettivo invece
deve essere di portare a termine la corsa. Per quanto mi riguarda, cerco di
dare il massimo quotidianamente con il mio lavoro. E cerco di “sopravvivere” ai
grandi giri anche perdendo parecchio tempo dai migliori, ma cercando comunque di
arrivare.
3.
Come è stato questo Giro d’Italia visto dalla “coda”
del gruppo? Che esperienza è stata per lei?
E’ stato un bel Giro, un giro con
un percorso duro, ribadisco che sono felice di averlo finito e sono contento
anche di quanto ha fatto tutta la squadra.
Ogni grande giro è sempre una bella esperienza, e sono orgoglioso che questa sia stata per me la terzo corsa rosa portata a conclusione.
Ora
Roger Kluge non sarà sicuramente popolare rispetto a quanto lo fu Malabrocca,
ma ogni tanto un esempio di impegno come il suo (e come quello di tanti altri
gregari) deve essere valorizzato. E per un giorno le luci della ribalta vorrei
che siano accese su di lui. Anche se soltanto tramite un articolo come questo, proveniente
da un tutt’altro che grande sito sportivo…
Un tempo l’ultimo in graduatoria del Giro era addirittura premiato e si veniva inevitabilmente a creare una competizione all’inverso per poter perdere più tempo e aggiudicarsi quindi il trofeo dell’ultimo classificato.
Un esempio in questo senso è stato il mitico Malabrocca (a cui è stato dedicato persino un fumetto) divenuto per questo motivo famoso al pari di ciclisti leader come Coppi e Bartali negli anni 40-50.
Oggi non esiste un premio per l’ultimo classificato al Giro d’Italia e l’esito dell’ultima edizione ci dice solo che tale non prestigiosa posizione in graduatoria sia spettata nel 2022 a Roger Kluge, ciclista tedesco della Lotto Soudal.
Un ciclista di 36 anni, gregario con un passato da pistard, che nel 2016 ha vinto anche una tappa al Giro.
Ho voluto intervistarlo per scambiare due chiacchiere sulla sua “maglia nera” 2022 e la sua visione ed esperienza personale in merito al Giro.
Ogni grande giro è sempre una bella esperienza, e sono orgoglioso che questa sia stata per me la terzo corsa rosa portata a conclusione.